Sabatina Napolitano

I write as a writer I feel as a poet. I think like a scientist, and I do philosophy like a Christian. In live on art, my greatest passion. Scrivo da scrittrice, sento da poeta. Ragiono da scienziato, e faccio filosofia da cristiana. Vivo d'arte, la mia più grande passione.


I weekend di Sabatina

Era la prima volta che si andava in visita alla GAM di Milano, la piccola Sabatina aveva ripetuto bene le tabelline e completato i compiti per il lunedì, così un sabato mattina di maggio, mamma Teresa decise di portare la figlia al museo, nella speranza di comunicarle l’amore per l’arte che lei stessa nutriva da sempre. Nonna Sabatina era una scrittrice italiana molto amata che tollerava bene le visite al museo e anzi conservava gelosamente i suoi saggi sulla pittura, anche se era solita non leggere mai ai nipoti qualche pagina se non glielo chiedevano apertamente ma per quella prima volta al museo decise di lasciare mamma e figlia da sole. «Sei contenta di andare al museo Sabatina?», «Sì mamma, anche se sono appena una bambina che vuoi che ne capisca d’arte!», «Suvvia smettila! Se è vero che porti il nome di tua nonna qualcosa dovrai pur saperne, no?» disse aggiustandole il cappottino leggero e i morbidi capelli a caschetto, «andiamo, non perdiamoci in chiacchiere». Quando le due si trovarono nei pressi di via Palestro la bimba assumeva espressioni di meraviglia e tirava la madre per la mano per cercare di guardarsi meglio intorno, ma essendo bassa e non sapendosi orientare, era piuttosto difficile che camminasse spedita verso il palazzo. La madre tentava di rimanere quanto più naturale possibile ma anche lei era molto emozionata, era una donna affascinante chiusa in una giacca rossa e dei pantaloni blu, con dei lunghi capelli castani che le arrivavano fin sotto le spalle. In un batter d’occhio si trovarono al primo piano,

«Conosci la storia della Maddalena?»,

«no» disse la bimba tirando la camicia alla madre. «Qui vedi è nuda» diceva la madre indicando il dipinto alla parete, «questo è Hayez, il dipinto è dell’Ottocento, alcuni secoli fa» sorridendo. «Secoli?», «Sì, secoli, Hayez viveva in un tempo che possiamo immaginare solo attraverso i film e tramite i libri», «perché non si copre se è una santa?», «alcune volte anche i santi sono stati dipinti con delle parti del corpo nude, è una modalità di esprimersi dell’arte sacra, vieni più vicino».

In una camminata sofisticata la signora stringeva le dita della bimba e con lo sguardo delicato le faceva segno di notare i dettagli. «Vedi Maria Maddalena ha un vestito bianco…», «Sì e una croce e un teschio, ma perché il teschio? È così sinistro!»

«Beh, questa è una ottima domanda. La risposta è molto semplice: il teschio è simbolo di vanità, delle cose che cambiano e mutano…», «Però mamma anche se ha una croce e un teschio vicino al fianco destro, come è bella, sembra una diva!» la piccola si portava le mani ai fianchi come in segno di chi decide.

«sì, questa è la bellezza di cui sono capaci i pittori, e questa è la bellezza dell’arte, riuscire a dire tramite le pennellate la forma delle cose, dei concetti, dei pensieri e delle sensazioni» diceva la donna spostandosi i capelli dietro il collo con la mano «guarda! Guarda i capelli come le sono sparsi sul corpo, e anche lo sguardo mi sembra che stia pensando al vuoto» la bimba continuava a descrivere il quadro, stupita e felice.

«Hai notato lo sguardo di questa signora? Sembra parlare il dolore senza lacrime, sembra descrivere città senza averle mai visitate, soltanto desiderate». Perse nelle loro domande mamma e figlia continuavano a girare per il museo con una aria divertita e leggera, la madre adorava aver portato la figlia per la prima volta al museo, un gesto semplice che però per lei era intessuto della delicatezza di un dono. Non comprendiamo quanta verità possa ancora dirci l’arte, imperatori e monarchi, università e paradisi, parnasi, olimpi, divinità greche e sumere. La madre continuando a camminare per le sale e incontrando di rado qualcuno si diceva che l’arte le avrebbe potuto far capire di più, sulla madre e sulla figlia.

«Ci portiamo la nonna?»

«Potrebbe darsi, non lo sappiamo. Sai che è molto impegnata coi suoi libri» ,«Ma la nonna mi adora, dice che sono importante anzi importantissima!» divertita. «Chissà forse faresti meglio a crederle, ma prima aspetta gli anni che verranno, gli studi, i primi amori, i viaggi, i tradimenti degli amici, le gelosie, le rivalità. Sai che potresti non essere così tanto importante!» diceva ridendo e spostandosi la borsa da una spalla all’altra.

«Mamma smettila, mi dici sempre che non si deve essere banali e poi scherzi».

Le due figure si muovevano sincere e umili tra le sale del museo, si poteva avvertire il forte profumo all’aroma di limone, pompelmo, legni della signora, che si muoveva elegante. «La settimana prossima ti portiamo a Venezia, ok?» diceva con aria pensierosa ma fiera.

«Oh sì, adoro Venezia!».

«Ma il viaggio non sarà brevissimo e dovrai fare la brava in treno». «Te lo prometto, giocherò al gioco degli specchi che mi ha insegnato la nonna».

«Di quale gioco parli?», «Di un gioco che si può fare con la carta di origami che mi ha regalato a Natale, la nonna ha detto di non dirti nulla e che era un segreto».

«Siete due pesti» diceva la madre fintamente offesa. «Mamma bisogna avere dei segreti dice la nonna, altrimenti si finisce per vivere una vita triste. Segreti artistici, segreti buoni e creativi dice lei».

«Va bene, va bene» in una risata chiusa tra i capelli, la mamma continuava coi tacchi che facevano uno strano clack per tutta la sala. Chissà quale era il gioco che le era stato insegnato con gli origami, chissà di cosa stessero parlando nonna e nipote, uscivano così dal museo, la gita a Venezia era una promessa che partiva da lì e le avrebbe rese ancora allegre e divertite. Fuori il palazzo la mamma prese delle caramelle gommose e gliene offrì alla bambina che fece un salto verso di lei per abbracciarla, le mancavano le parole per dire quanto si sentiva felice di quella visita al museo, la nonna gliene aveva parlato, che andare al museo era pazzesco, ma non lo aveva ancora mai sentito su di sé.

«Grazie mamma», le disse.

Sabatina Napolitano

Hayez, Maddalena, GAM Milano


Una replica a “I weekend di Sabatina”

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About Me

Sabatina Napolitano was born in La Maddalena (SS) on May 14, 1989. She lives in Asciano, in the Sienese Crete. She has published eight books of poetry, a novel and several reviews and essays. His texts have been published on Indian Nation, Poetry and Spirit, Neobar, Asphalt Bible, Poetry of our time, Gradiva, etc. Some stories about Quaerere, Incendario, Sguardindiretti. Origami is his first novel published Campanotto, 2021. She reviews, collaborates and interviews authors of poetry, fiction and non-fiction and is a scholar of Nabokov’s work. She edits, corrects, teaches, interviews, reviews, writes. Passionate about art she writes articles, communiqués, essays on ancient and contemporary art.

Sabatina Napolitano è una poetessa, scrittrice, articolista, freelance, critica, appassionata d’arte, studiosa dell’opera di Nabokov. Nasce a La Maddalena, il 14 maggio 1989. Vive ad Asciano, nelle Crete Senesi. Ha cominciato a scrivere poesie da bambina, e durante l’adolescenza scriveva su un blog su splinder. La sua prima raccolta poetica è del 2010. Ha pubblicato otto libri di poesia, e un romanzo. Nel 2019 comincia la sua attività critica con le recensioni. Collabora tra le tante testate con Ultima Voce, Fermata Spettacolo, Microbiologia Italia, About Art rivista. Sue poesie sono apparse su Nazione Indiana, Lpels, Gradiva, Poesiadelnostrotempo, Poetarum Silva, Bibbia d’asfalto, Neobar, Transiti poetici A dicembre 2021 pubblica il suo primo romanzo dal titolo Origami.

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